Pigmenti di Langa
Le Langhe sono per Sam Giovando fonte di ispirazione a tutto tondo. Ne osserva, fotografa e riporta sulla tela le colline dal profilo morbido, gli animali, i dettagli delle cascine contadine. In questi luoghi si immerge per guardare oltre e raccontare ad esempio la maestosità del Monviso, il gigante protagonista in molte sue opere.
Della terra di Langa lo affascinano anche i colori: dai verdi, gli azzurri o i grigi avvolgenti delle fredde giornate invernali, ai gialli, i rossi, gli aranci autunnali.
Lungi dall’essere però solo una suggestione, quei colori sono materia raccolta e lavorata dall’artista per diventare pigmento e colori ad olio da impiegare sulla tela. Sono le terre su cui crescono i vitigni dei cru, dal cromatismo differente a seconda della propria origine. Sam raccoglie la sabbia che, arricchita da resti di fossili, è presente in grandi quantità in questa zona. Capace di formare strati regolari e compatti, da cui vengono ricavate le stesse "pietre di Langa", la sabbia è usata da sempre per costruire anche muri e case.
La Marna, ovvero roccia sedimentaria composta da calcare e argilla in grado di rendere speciale il vino, è un’altra fonte cromatica da cui ottenere una scala di grigi e azzurri.
Dal carbone lasciato nelle vigne a seguito della potatura e della combustione dei tralci di vite crea il nero. La corteccia dei tralci che portano a maturazione i grappoli di uva rossa, composti da sostanze che danno colore al vino, gli antociani, è utile per ottenere anche un’ampia scala di marroni rossastri.
Alle stesse tonalità calde tipiche dei borghi medievali arriva attraverso la lavorazione dei coppi sminuzzati con cui sono fatti i tetti delle cascine.